Suscitare emozioni, è questo l'obiettivo che ci poniamo quando organizziamo le nostre degustazioni.
Un obiettivo ambizioso, certo, ma quando sulla tavola ci sono champagne e parmigiano reggiano tutto diventa, come per magia, più semplice.
E così è stato anche sabato sera, quando - sotto la guida del solito Francesco Villa - siamo andati alla scoperta del millesimato di casa Laurent Perrier, una delle maison storicamente più importanti di Francia, un 50 e 50 di chardonnay e pinot noir a cui abbiamo abbinato cinque parmigiani di diverse stagionature, dai 24 sino ai 72 mesi. Un abbinamento "classico" anche se spesso complicato, perché non sempre lo champagne riesce a tenere il passo del formaggio quando la stagionatura si fa così importante.
La serata ha confermato quello che già sapevamo, ossia che l'impronta distintiva dello stile Laurent Perrier è la freschezza: acidità ancora ben vive nonostante gli anni sulle spalle e mineralità spiccate hanno fatto da filo conduttore di tutta la degustazione, con i cinque millesimi che, sin dal colore, rivelavano la loro dote per eccellenza, con quei loro riflessi dorati sempre molto brillanti e vivi.
L'annata 2007 - la prima ad essere servita dai nostri sommelier - si è mostrata inizialmente timida al naso, forse per la temperatura un po’ più fredda del consueto. Il vino è apparso ancora giovane, scontando una certa disomogeneità di fondo che lo rende ancora "acerbo" e non perfettamente fuso ed integrato in tutte le sue componenti. Note agrumate e di pesca fanno da sfondo ad una mineralità particolarmente intensa che scaldandosi rivela note di cipria, la bocca risulta slegata ma la cremosità della bolla è sopraffina. Da attendere ancora, come è normale che sia, ma già godibilissimo.
La 2006 ha messo in luce uno chardonnay in bella evidenza rispetto al pinot noir (caratteristica tipica un po’ di tutta l’annata), con note di nocciolina e tostature all'olfatto, accompagnate da sentori esotici esuberanti di ananas, mango e frutto della passione. Decisamente di maggior soddisfazione la bocca: nonostante la differenza rispetto al campione precedente sia di soli dodici mesi, la fusione fra le parti è decisamente più compiuta. Bello lo spessore e la "materia" al palato, con note intense di erbe aromatiche a contornare una vibrante freschezza ed una persistenza degna di rilievo.
L'annata 2004 si è mostrata un po’ contratta al naso, ma è soprattutto in bocca che una vena eccessivamente amara ha rivelato probabilmente un tannino non perfettamente maturo. L'abbinamento col parmigiano 48 mesi è stato tuttavia uno dei più felici della serata, con note di erbe aromatiche, fiori e fieno a caratterizzare il sorso e il morso in un gioioso e sorprendente rincorrersi.
E' soltanto con le ultime due annate, tuttavia, che in sala si è avvertito un sussulto, quell'emozione così faticosamente ricercata e infine giunta, splendida.
La 2002 si è aperta su calde note di zafferano e tabacco al naso, avvolgendo il palato col suo miele suadente, la 2000 è un mostro di eleganza che da solo è valso il prezzo del biglietto. Gli anni “sur lies” hanno regalato, come da attese, sentori più complessi ed evoluti, dal tipico pan brioche al pane tostato, dalla composta di frutta alle mandorle e alla frutta secca.
E a fine serata i bicchieri sono risultati inesorabilmente vuoti, come spesso accade quando ad essere protagonista è lo champagne…che ci fa dimenticare per un attimo di essere sommelier, proiettandoci in una dimensione di festa e di gioia quasi parallela.
Delegazione Autonoma Fisar Empoli