La Nuova Zelanda è il paese viticolo più meridionale dell'emisfero australe. Un clima freddo marittimo e suoli silicei costituiscono gli elementi che determinano le condizioni ideali per la coltivazione dei vitigni che nel corso del tempo hanno trovato la loro interessante espressione in questa terra. Nelle zone più fresche vengono coltivati Chardonnay, Riesling, Muller Thürgau, Gewürztraminer, Pinot Noir, Sauvignon blanc mentre in quelle più calde troviamo Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc.
A partire dagli anni ‘80 i produttori iniziano la coltivazione di vitigni che hanno trovato il loro adattamento nel clima francese, soprattutto quelli della Borgogna; inizia così la produzione del Sauvignon Blanc che nell'arco di poco tempo entrerà a far parte dei vini maggiormente apprezzati nel mondo e reggerà il confronto con quelli della Loira.
Tra tutte le regioni viticole Marlborough è quella maggiormente rinomata grazie proprio alla qualità che il Sauvignon Blanc è in grado di esprimere in questo territorio. Marlborough si trova nella parte settentrionale dell’Isola del Sud ed è la più grande regione vinicola della Nuova Zelanda, famosa in tutto il mondo. Caratteristiche distintive sono i suoli alluvionali pietrosi, pianeggianti e poco fertili, un clima mite, influenzato dall’effetto del mare, assolato di giorno, fresco di notte, perfetto per bianchi profumati e talvolta straordinari per intensità e complessità.
Il vino mostra già le sue caratteristiche con un colore in cui colpiscono i riflessi dorato-verdi. I profumi sono intensi e freschi; le sensazioni floreali di fiori bianchi, mimosa e sambuco si aprono immediatamente, mentre le note tioliche di bosso e frutto della passione hanno una progressione più cauta. I profumi fruttati di agrumi di buccia di pompelmo si fondono ai frutti tropicali in un balsamico e minerale sottofondo. Gusto fresco, di buona acidità, con gli aromi floreali e balsamici in evidenza. Un vino fresco, profumato, di spiccata freschezza e “croccantezza”.
Agronomo ed enologo libero professionista classe '76 calpesta vigneti dal 1999; dopo quasi vent'anni guarda ancora la vite con curiosità appassionandosi alle storie e ai territori che vogliono essere raccontati con i loro vini. Rifugge ogni etichetta, crede nell'educazione e nei rapporti umani ma lascia sempre l'ultima parola alle sensazioni gustative.