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Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori Delegazione di Empoli
Lunedì 8 Maggio 2017

La qualità, i vini di territorio e la salute del terreno

Tutti i giorni il lavoro in vigneto mira a portare la vite all’equilibrio fisiologico, cioè al raggiungimento del giusto bilanciamento tra la sua naturale tendenza a svilupparsi ed i suoi processi di maturazione dei frutti.
Per molto tempo lavorare per il raggiungimento di questo obiettivo ha significato concentrarsi sulla chioma della vite, come se la radice non fosse altro che un sostegno. Spesso il concetto di fertilità del terreno è stato fatto coincidere con l'aspetto puramente chimico. Negli anni d'oro del vino qualcuno ha affermato che era sufficiente la concimazione fogliare per la nutrizione della vite. Ma un occhio attento già allora poteva accorgersi che questo approccio non era in grado di portare le piante al raggiungimento del giusto equilibrio fisiologico, né tantomeno ad ottenere maturazioni in grado di dare vita a grandi vini  di territorio.
Ad alcune discipline tanto di moda in questi ultimi anni va dato il merito di aver risvegliato una sensibilità per gli equilibri che si instaurano a livello del terreno, la cui fertilità è composta da innumerevoli tasselli. Nel terreno la radice instaura equilibri estremamente complessi che non devono essere trascurati. La fertilità di un terreno è chimica, ma anche fisica, biologica e microbiologica, idrica, termica, ecc., ecc., ma soprattutto è il risultato dell’interazione tra questi differenti fattori.
Ogni intervento volto al miglioramento di questo equilibrio, va necessariamente a migliorare lo stato fisiologico della vite e quindi anche le potenzialità enologiche delle uve. Tutelare, conservare e, dove necessario, migliorare le fertilità del terreno è una necessità imprescindibile per ottenere uve con maturazioni eccellenti; oggi pensare alla tutela dei terreni è soprattutto un dovere professionale nei confronti del futuro del mondo e dell’alimentazione mondiale.
Terreni fertili conservano sostanza organica, microorganismi attivi, elementi minerali disponibili, contrastano i fenomeni di asfissia, hanno un giusto contenuto di aria ed acqua, contengono i parassiti e soprattutto resistono meglio ai fenomeni di erosione.
La viticoltura sensibile ottiene il migliore equilibrio delle viti tramite l’armonia tra tutti i protagonisti dell’ecosistema vigneto. Erbe, insetti, funghi, lieviti, batteri, lombrichi, ecc. interagiscono tra loro, si contendono spazi e nutrienti, si controllano e si alternano creando la fertilità di un terreno e dando vita a processi che rendono vivo il terreno e attiva la risposta della vite.

 

Paolo Marchi

Agronomo ed enologo libero professionista classe '76 calpesta vigneti dal 1999; dopo quasi vent'anni guarda ancora la vite con curiosità appassionandosi alle storie e ai territori che vogliono essere raccontati con i loro vini. Rifugge ogni etichetta, crede nell'educazione e nei rapporti umani ma lascia sempre l'ultima parola alle sensazioni gustative.

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